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Kakashi, Sai, One Shot, Sentimentale

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    True Believer
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    Questa è una vecchia fiction che avevo già postato sul Tempio di Sai, ma che siccome è incentrata anche su Kakashi (oltre che Sai XD) ho deciso di condividerla con voi altre! ♥ L'ho un po corretta, spero vi piaccia fanciulle! :D




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    Quando era partito per quella missione con Sai non pensava che sarebbero potute sorgere così tante complicazioni. Era un semplice incarico di spionaggio, raccolta informazioni e individuare un possibile traditore di Konoha. Una volta trovata tale persona dovevano solo riferire la sua posizione all’altro team, composto da Yamato, Naruto e Sakura, che sarebbe intervenuto per la cattura. Loro due dovevano quindi solo osservare, invece si erano trovati loro malgrado coinvolti in una furiosa battaglia.

    Uno scontro feroce da cui Sai era uscito ferito gravemente, costringendo Kakashi ad una rapida fuga senza aver prima sistemato i loro avversari. Da allora erano già trascorsi due giorni, spesi a scappare, a cercare un rifugio sicuro in quella foresta così fitta. Le condizioni di Sai si stavano aggravando, le ferite si erano infettate e lui perdeva continuamente le forze oltre ad abbondante sangue. Non potevano continuare così.

    La pioggia che iniziò a cadere fu come una manna dal cielo in parte, perché servì per coprire le loro impronte e a seminare, almeno per il momento, i loro inseguitori. Nell’incavo di una grotta Kakashi trovò un luogo più o meno confortevole per far riposare il giovane compagno.
    Entrarono silenziosi in quell’anfratto umido e scuro, Sai era così esausto che non si reggeva in piedi, se non fosse stato per la rapida presa di Kakashi di certo sarebbe capitolato in terra.
    "Sai!" esclamò rivolto al ragazzo, era alquanto preoccupato per lui, sembrava febbricitante. La pelle lattea del suo viso era fin troppo colorita.
    "Mi… dispiace sensei…" sussurrò l’artista debolmente, era al limite delle sue forze oramai.
    "Non ti preoccupare…"
    "Mi… dispiace…" ripeté di nuovo Sai, questa volta era sull’orlo di perdere davvero i sensi. Kakashi prevedendo questa possibilità lo prese in braccio. Sai non poté fare altro se non affidarsi alle sue cure, la stanchezza prese il sopravvento facendolo piombare in un sonno ristoratore.

    Kakashi cercò di preparare una sorta di giaciglio per Sai, utilizzando foglie secche e rami. Si accorse subito che il giovane tremava vistosamente per il freddo, gli abiti umidi cominciavano a dargli fastidio. Doveva spogliarlo e tentare di curare le sue ferite, per quanto le sue vaghe conoscenze nelle arti mediche glielo concedessero.
    Spogliò Sai facendo attenzione a non svegliarlo, fino a che non rimase nudo, solo le bende sporche di sangue su svariati punti del corpo. Per Kakashi era la prima volta che lo vedeva così, non aveva mai avuto occasione di andare alle terme con lui e Naruto, anzi a ben pensarci l’ultima volta che ci era andato era ai bei tempi del team sette.
    Mentre medicava le ferite, si soffermò su le tante piccole cicatrici impresse sulla pelle di Sai. Ce ne erano molte, alcune più vistose, altre appena percettibili solo se le toccavi. La vita della Radice era stata dura per lui, al pari di un Anbu, anzi forse peggio. Si intristì al pensiero di tutte le gioie di cui quel giovane era stato privato nella sua vita, come la libertà di sorridere, di piangere, di odiare. Di amare. Quando lo aveva conosciuto, aveva visto un ragazzo apparentemente sereno, sicuro in battaglia e desideroso di far propri gli insegnamenti dei suoi amici. Aveva manifestato una grande voglia di vivere, di combattere al fianco di Sakura, di proteggere Naruto, specialmente con questo ultimo aveva instaurato una bella amicizia. Eppure per Kakashi, Sai continuava in parte a fingere, ad indossare una maschera invisibile per nascondere le sue emozioni. Ironicamente vi aveva visto un po’ di se stesso in quello shinobi dell’ormai defunta Radice, probabilmente per questo che lo aveva preso subito in simpatia, trovandosi pure ad incoraggiarlo.

    “Sai, io ho fiducia in te! Ormai fai parte del team sette!”

    La frase che gli disse quel giorno era sincera, lui si fidava realmente di Sai e desiderava donargli il medesimo affetto che aveva sempre dato a Naruto e Sakura.
    Sai stava ancora soffrendo per la febbre e le ferite, si lamentava nel sonno, Kakashi allora decise di attirarlo a sé e di scaldarlo con il suo corpo. Cercò di stringerlo forte e di donare calore alla pelle di Sai intirizzita dal freddo.

    Mentre faceva il possibile per donargli un minimo di sollievo, Kakashi cominciò ad essere divorato dai sensi di colpa. Se c’era una cosa che detestava più di ogni altra, era che un suo compagno venisse ferito in battaglia. In particolare, se si trattava di un membro del suo team. Sì, perché per lui Yamato, Naruto, Sakura, Sai e perfino lo stesso traditore Sasuke, erano come una famiglia. La sua famiglia. Già in passato aveva perso dei legami importanti, non poteva permettersi il lusso di commettere ancora una volta i medesimi errori.

    Le ore passarono inesorabili, ma Kakashi non smise un solo istante di tenere saldamente fra le braccia Sai, ebbe l’impressione che finalmente la temperatura del suo corpo si fosse ristabilita su livelli normali. Anche le guance avevano ripreso un colorito più sano. Ora Sai sembrava stare solo dormendo, nessuna traccia di tormenti o sofferenza sul suo volto. In quell’istante si rese conto che quando era rilassato aveva un espressione decisamente innocente, non tanto diversa da quelle di Naruto o Sakura. Sorrise da sotto la maschera, il pensiero che l’umanità di Sai non fosse andata realmente perduta come avrebbe voluto Danzou, lo faceva sentire fiducioso di poter aiutare quel ragazzo a tornare a vivere sul serio.

    Proprio in quel momento Sai mugugnò qualcosa, si stava svegliando come testimoniavano le palpebre che lentamente sbatterono un paio di volte.
    "Sai…" il pittore era in uno stato di stordimento, si guardò intorno qualche volta prima di rivolgersi a Kakashi.
    "Sensei… cosa è successo?"
    "Sei svenuto per le ferite, ho dovuto cercare un riparo per farti riposare!"
    "Sì, ora ricordo…" bisbigliò abbassando gli occhi, poi osservando meglio, si rese conto che stava praticamente in braccio al suo sensei e pure nudo. Fu colto da un sussulto abbastanza evidente.
    "Emh… Kakashi sensei, perché siamo in questa strana posizione?"
    Kakashi si rese improvvisamente conto della forte ambiguità che stava suscitando nel suo compagno e, a ragion veduta, si fece prendere dal nervosismo.
    "Oh sì, ecco… ho dovuto toglierti gli abiti perché stavi tremando dal freddo! E poi dovevo medicarti le ferite!"
    "Sì, capisco…" rispose Sai, pure lui in evidente imbarazzo. Non sapeva bene cosa avrebbe dovuto dire in una situazione simile, ma dopo averci pensato su qualche istante disse l'unica cosa che gli parve realmente sensata.
    "Umh, sensei ora può anche lasciarmi andare!"
    "Eh?! Aha! Ma certo!"
    Mentre i due erano alle prese con questa imbarazzante situazione, un fruscio all’esterno della caverna attirò la loro attenzione.
    " Sensei…" bisbigliò Sai, conscio che stavano correndo un pericolo.
    "Lo so!" fece segno al giovane compagno di nascondersi dietro di lui, mentre estraeva piano un kunai.

    Il rumore di passi si fece sempre più vicino, un ombra si allungava sinistra davanti a loro delineando una sagoma. Rimasero entrambi con il fiato sospeso fino a quando non intravidero una zazzera bionda che conoscevano molto bene.
    "Kakashi sensei!" esclamò felice Naruto correndogli incontro.
    "State bene?"
    "Sì, in qualche modo!"
    "Ohi Sai, AAH!" Gli occhi di Naruto si allargarono a dismisura quando lo vide rannicchiato in un angolo completamente nudo.
    "Che… che cavolo…" balbettava fuori controllo guardando prima Sai e poi Kakashi.
    "Aspetta Naruto, non farti venire strane idee!" disse immediatamente Kakashi tentando di frenare lo sguardo accusatore dell’allievo che di certo non faceva altro che pensare a mille cose ambigue.
    "Sensei, ma cosa ha fatto a Sai?! "
    "Non gli ho fatto niente di quello a cui stai pensando!"
    "E’ vero Naruto! Il sensei mi ha solo spogliato e abbracciato!" esclamò in maniera assolutamente ingenua Sai, non curante di aver appena pronunciato una frase mal interpretabile.
    " Che cosa?! Sensei, ma lei un maniaco!" gridò scandalizzato Naruto verso Kakashi, che non sapeva più cosa dire per difendersi. Inoltre, come se non bastasse, sul luogo giunsero pure Sakura e Yamato, i quali non mancarono di mostrare facce stravolte per lo stato in cui versava Sai.

    Dopo una lunga e accurata spiegazione, alla quale tutti faticarono a credere, si incamminarono verso Konoha. Gli inseguitori di Kakashi e Sai erano già stati sistemati da Yamato e gli altri, così la missione poteva definirsi conclusa.
    Durante il tragitto, sia Naruto che Sakura, non mancarono di bombardare di domande Sai: volevano sapere quali zozzerie il sensei avesse attuato su di lui. Sai era disorientato e non sapeva bene come affrontarli, continuava semplicemente a ripetere quel poco che si ricordava.
    "Ve lo ripeto, sono svenuto, ero bagnato fradicio ed avevo la febbre alta! Kakashi sensei mi ha tolto gli abiti per non aggravare le mie condizioni!"
    "Mh… se lo dici tu!" Naruto lo osservava di sottecchi, ancora non del tutto convinto.

    Poco distante dal resto del gruppo, Kakashi chiudeva la fila; camminava in silenzio, limitandosi ad osservare l’allegra combriccola che si divertiva a tormentare Sai con mila domande, perfino Yamato sembrava terribilmente curioso di scucire chissà quale terribile ed imbarazzante segreto. Li vedeva e non poteva fare a meno di sorridere, il suo team, i suoi compagni. La sua piccola famiglia. Per un istante, gli parve addirittura che Sai si fosse voltato verso di lui e gli avesse sorriso a sua volta.

    Colto alla sprovvista abbassò lo sguardo, non poteva certo mostrare quel lieve rossore che si era sparso sulle guance.

    END
     
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